Soren Kierkegaard – Diario – sui tedeschi e danesi…

<<Fanfarone>>

E’ un termine significativo; lo potrei invidiare ai tedeschi; è eccellente, anche perché può essere usato come aggettivo, quanto come verbo. Schopenhauer ne fa un uso squisito e direi anzi: in quale imbarazzo egli non si troverebbe, se non avesse questo termine, lui si è impegnato a parlare della filosofia hegeliana e di tutta la filosofia professorale!

Ecco, sembra che la lingua tedesca abbia questo termine proprio per la necessità che c’è in Germania di usarlo continuamente!

Noi danesi non abbiamo questo termine, ma ciò che esso  indica non è neppure una caratteristica di noi danesi. Non è veramente nel carattere del popolo danese di essere <<fanfarone>>.

Invece noi danesi abbiamo un altro difetto: ahimè un difetto corrispondente e per caso anche la lingua danese a una parola che forse la lingua tedesca non ha: <<mangiavento>>.

Si dice sopratutto dei cavalli, ma su può applicar anche all’uomo.

Il rapporto è ancor press’a poco questo: i tedeschi fanno il vento e i danesi se lo mangiano: ecco il rapporto in cui si trovano da lungo tempo danesi e tedeschi.

Mi diverte indicibilmente contrastarlo Schopenhauer e in Hegel; item, vedere ciò che ora sta succedendo in Germania di avere cioè come risultato della filosofia Hegeliana che Hegel era (probabilmente << con necessita >> ! ) un <<fanfarone>> un prodotto uscito (con necessità!) da 6000 anni di storia universale; in ogni modo da quel periodo che S. così giustamente indica come <<l’epoca della filosofia delle bugie>>.

MA se S. ha avuto da fare con dei <<fanfaroni>>, io ho avuto da fare con dei <<mangiavento>>

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